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Accountant, Tax Advisor oppure CPA? Come si traduce ''commercialista'' in inglese?

Uno dei problemi più comuni del commercialista italiano è quello di definire in lingua inglese il proprio titolo e la propria professione al fine di rendersi immediatamente riconoscibile alla platea di colleghi e clienti stranieri. Carta intestata, siti internet, informazioni commercialisti sempre più spesso richiedono la doppia lingua e questo può creare qualche fraintendimento

 

Per definire il professionista che si occupa degli aspetti economici, fiscali e finanziari di privati e aziende, EFLIT suggerisce senz’altro il termine accountant, con alcune precisazioni. 

 

Nei Paesi dell’ex Commonwealth, è comune l’espressione Chartered accountant, che risale addirittura al 1854, quando furono fondati gli ordini di Edimburgo, Glasgow e Aberdeen. In quel contesto la parola chartered richiama la carta (la royal charter) che istituisce la corporazione e ne indica doveri e privilegi. Oggi, oltre ovviamente all’Inghilterra, gli Institutes of Chartered Accountants si trovano in molte aree del mondo, dall’India alla Jamaica, dal Pakistan all’Australia, dal Nepal all’Irlanda. Le mansioni effettivamente svolte e le regole legali della professione possono variare da paese a paese, ma le regole di base sono le stesse. Nulla vieta dunque al commercialista italiano di definirsi Chartered accountant, laddove l’obiettivo sia quello di sottolineare l’appartenenza ad un ordine professionale disciplinato dalla legge, anche se secondo noi sarebbe preferibile certified o registered accountant.

 

Da non confondere con chartered accountant è l’acronimo CPA, tipicamente statunitense, che si riferisce ai certified public accountants, il più prestigioso ordine di professionisti economico finanziari d’oltreoceano. Il titolo si acquisisce passando un esame denominato Uniform Certified Public Accountant Examination e si mantiene con la regolare raccolta di crediti di formazione continua (continuing professional education), da anni ormai obbligatoria anche per i professionisti italiani. Le statistiche – complicate dalle peculiarità dei singoli Stati in cui operano indipendenti State board of accountancy – indicano l’esistenza di circa 650.000 CPA operanti oggi negli Stati Uniti. È interessante come nel 2012 oltre 8.000 candidati stranieri (da oltre 100 Paesi) abbiano sostenuto l’esame per diventare CPA, rappresentando quasi il 9% della platea complessiva dei candidati.

 

Una alternativa da evitare per tradurre "commercialista" è tax advisor o tax consultant, termini che restringono le competenze ai soli settori fiscali, che sono solo una delle aree di attività del commercialista italiano.

Assolutamente sbagliato è anche l’uso di bookkeeper (che traduce il nostro "contabile") e di tax preparer, espressione molto usata negli Stati Uniti per definire chiunque richieda un compenso per compilare la denuncia dei redditi. Patronati e CAF, a ben guardare, senz’altro appartengono a questa categoria e potrebbero quindi essere descritti proprio come tax preparers.

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